La cibernetica

08-08-2014

Molti aspetti della Medicina Omeopatica, specialmente quelli più rivoluzionari, possono essere compresi con maggiore facilità facendo riferimento a nozioni di Cibernetica. “L’origine della cibernetica risale al progetto di un meccanismo di puntamento per artiglieria antiaerea condotto nella seconda guerra mondiale da Wiener e dall’ingegnere Julian Bigelow. Il problema principale derivava dalla necessità di lanciare il proiettile non direttamente sul bersaglio, dal momento che questo era dotato di elevata velocità, ma in un punto antecedente la traiettoria, in modo tale che l’aereo e il proiettile giungessero infine ad incontrarsi. Ma nel frattempo l’aereo poteva cambiare direzione in maniera casuale anche se non del tutto arbitraria. Era quindi necessario un strumento di previsione della posizione dell’aereo che agisse in maniera rapida e che dirigesse il puntamento del pezzo antiaereo. Inoltre il puntamento del pezzo doveva continuamente essere corretto mediante un meccanismo di retroazione (dall’inglese feedback) che riceveva informazioni sul reale comportamento dell’aereo nemico. Nel corso di questo progetto furono ravvisate alcune similitudine con il comportamento umano nella soluzione di problemi di orientamento. I due studiosi ipotizzarono quindi che anche nel comportamento umano agisse un meccanismo di retroazione. Wiener e Bigelow si rivolsero dunque al medico e fisiologo messicano Arturo Rosenblueth, con il quale Wiener aveva già collaborato, per avere una conferma della loro ipotesi. Da questa collaborazione vide la luce l’articolo Behaviour, Purpose, and Teleology pubblicato nella rivista “Philosophy of Science” vol.10 (1943). Nacque così l’idea di una scienza unificata dei meccanismi di controllo nelle macchine e negli esseri viventi.” [1] In buona sostanza un sistema cibernetico può essere ben rappresentato da una macchina automatica e la prima di tale macchina databile è il regolare di Watt del 1871.[2]

Con tale automatismo si riusciva a modificare il flusso del vapore in base alle necessità del momento: più carico più vapore, meno carico meno vapore. Altro meccanismo automatico è una vasca con il livello del liquido controllato con un galleggiante.[3] Il livello del liquido dipende dall’immissione e dalla perdita. Se il livello diminuisce il galleggiante leva agisce sulla valvola di immissione incrementando il livello: più il livello si abbassa più la valvola immette liquido. Nei due esempi sopra riportati l’automatismo ruota intorno ai valori che vengono preimpostati e che sono rappresentati, nel primo caso, dalla velocità e, nel secondo caso, dal livello di liquido nella vasca. Tali valori sono anche chiamati INGRESSO DI COMANDO.

“Per procedere all’analisi della struttura degli omeostati è assai conveniente far ricorso ai diagrammi a blocchi, cioè ai medesimi schemi impiegati dalla tecnologia. … In questi diagrammi (figura sotto) compare un blocco centrale che simboleggia il sistema e il compartimento del sistema: a questo blocco fan capo ingressi (inputs) e uscite (outputs) di alimentazione che tendono a far variare la grandezza sotto controllo, e da esso si diparte l’uscita informativa diretta al blocco del sensore (l’informazione in uscita è funzione dei flussi di alimentazione). Dal sensore partono segnali relativi alla grandezza sotto controllo e raggiungono il comparatore, il quale dispone di un secondo ingresso relativo al valore base (ideale) di detta grandezza. A questo secondo ingresso i tecnologi rivolgono molta attenzione, poiché è per suo tramite che governano le condizioni interne e il comportamento dei loro sistemi, e pertanto lo chiamano ‘ingresso di comando'; per il fisiologo esso ha invece scarso rilievo, almeno dal punto di vista del controllo, poiché il più delle volte è l’ingresso di una costante. Comunque sia, nel comparatore viene misurata la differenza tra i valori, e il segnale risultante (‘segnale agente') viene convogliato attraverso il canale di retroazione (‘canale di feedback') e agisce sull’effettore (‘esecutore' nella terminologia tecnica). All’insieme del sensore, del comparatore e delle loro connessioni viene dato opportunamente anche il nome di ‘elemento di misura”.[4] Agli albori, quindi, la Cibernetica si avvalse di nozioni di Biologia per meglio definire i problemi che le si ponevano innanzi, non fosse altro perché già da tempo la Biologia e la Fisiologia avevano già delineato un concetto di fondamentale importanza: l’Omeostasi. “Con il termine di omeostasi si intende la capacità di un sistema materiale-energetico di mantenere automaticamente determinate sue caratteristiche nonostante le sollecitazioni a variare da parte dell’ambiente o per oscillazioni interne. Sistemi omeostatici possono anche essere sistemi fisici, meccanici, elettronici, etc., ma gli organismi viventi dimostrano al massimo prerogative omeostatiche; anzi solo in quanto tali sono dei viventi. Infatti quando a un biologo venisse chiesto di programmare un calcolatore che automaticamente analizzi le condizioni presenti su altri pianeti, allo scopo di risolvere il quesito relativo all’esistenza di altre forme di vita, egli dovrebbe inserire nella memoria della macchina una serie di attributi fondamentali caratteristici di tutte le forme di vita. Se l’esame automatico seguisse una logica gerarchica, uno dei primi attributi da verificare dovrebbe essere quello della presenza di correlazioni omeostatiche”.[5]

In definitiva, è difficile immaginare un aspetto della vita fisiologica delle cellule, ma soprattutto degli organismi metazoi e in particolare dei mammiferi e dell’uomo, che non sia il frutto di una continua sorveglianza omeostatica."[6] Nessun aspetto riferito ai processi biologici può essere pensato senza un controllo omeostatico e tale affermazione è tanto vera che potremmo anche dire che vita ed omeostasi quasi coincidono. Tuttavia, mentre non vi è vita senza omeostasi, potrebbe esservi omeostasi senza vita e ciò accade in qualunque macchina automatizzata con un omeostato. La vita si porta avanti da sé, senza che qualcuno o qualcosa la spinga. Ogni macchina, invece, necessita di energia che la muova e l’energia di cui parlo non è solo quella che la Fisica ci ha fatto conoscere ma, soprattutto, quella informazionale. Ogni macchina automatizzata con omeostato deve avere un suo specifico INGRESSO DI COMANDO (o più ingressi di comando) che le sono dati dall’esterno dall’uomo. Ogni essere vivente, invece, li riceve con il suo patrimonio ereditario insieme alle altre informazioni biotiche.

Bibliografia

  1. Mauro Murzi -La cibernetica ed i sistemi di controllo
  2. La figura è tratta dal sito www.vfioraso.it
  3. La figura è tratta dal sito www.vfioraso.it
  4. P. Omodeo, Omeostasi in Enciclopedia del novecento, Treccani editore, Roma, 1979. (il grassetto è personale)
  5. P. C. Magherini, “Omeostasi” in Enciclopedia Medica Italiana, USES Edizioni scientifiche, Firenze, 1983.
  6. “Omeostasi” in Enciclopedia Medica Italiana, USES Edizioni scientifiche, Firenze, 1983.