Il paradigma della medicina omeopatica - Contributo alla sua delineazione
18-01-2013
Anteriormente al contributo di Kuhn la tendenza allo studio critico della scienza si svolgeva su due fronti spesso tra loro in antagonismo: il fronte dell’epistemologia interna e quello dell’epistemologia esterna. Mentre il primo tendeva a spiegare la scienza prendendo in considerazione unicamente il metodo della ricerca scientifica, il secondo considerava impossibile la comprensione della scienza senza una valutazione critica dei fondamenti su cui essa si basa, più o meno inconsapevolmente, per la sua stessa operatività.
Il contributo di Kuhn ha definitavamente messo in luce la insostenibilità delle tesi del primo fronte e l’importante ruolo del secondo nel tentativo di uno studio critico della scienza, ampliando ed chiarendo gli ambiti su cui esso si muoveva. Il risultato più importante di tale ampliamento ha condotto all’adozione, nell’ambito dell’epistemologia, di un nuovo concetto: il concetto di Paradigma.
Basta riportare la seguente domanda di Kuhn per capire quanto esso possa essere importante per la comprensione di una scienza e definire in modo sintetico ciò che con esso si suole indicare: “Che cos’è che condividono i … membri [di una particolare comunità di specialisti] e che spiega la relativa completezza della loro comunicazione professionale e la relativa unanimità dei loro giudizi professionali ?”. Rispondere, ponendosi in un’ottica epistemologica interna, che gli scienziati “condividono una teoria o un insieme di teorie” è riduttivo e non realistico. La risposta è che essi, oltre e prima ancora delle loro conoscenze teoriche e sperimentali, condividono uno specifico paradigma. In esso è possibile individuare “elementi ordinati di vario genere … che formano un tutto unico e funzionano assieme”.
I principali generi di un paradigma sono i seguenti: generalizzazioni simboliche, paradigmi metafisici, valori, esemplari.
GENERALIZZAZIONI SIMBOLICHE che possono assumere una forma totalmente simbolica come -riferendoci alla scienza convenzionale – f=ma, oppure una forma meno formale che fa ricorso ad espressioni verbali come “l’azione è uguale alla reazione”. In riferimento alla Medicina Omeopatica qui possiamo situare la generalizzazione “similia similibus curentur” e quella della “legge di guarigione di Hering” (che all’inverso ci da la “legge di ammalamento”). “…Queste generalizzazioni assumono l’aspetto di leggi della natura, ma la loro funzione per i membri del gruppo spesso non si riduce a questa. …”.
PARADIGMI METAFISICI, “…un componente sul quale avevo già detto parecchio nel mio testo originario sotto rubriche come ‘paradigmi metafisici' o ‘le parti metafisiche dei paradigmi'. Con queste espressioni intendeva indicare l’adesione comunitaria a credenze come: il calore è l’energia cinetica delle parti costitutive dei corpi; tutti i fenomeni percepibili sono dovuti all’interazione di atomi qualitativamente neutri nel vuoto, o, alternativamente, alla materia e alla forza, oppure ai campi. Se dovessi riscrivere il mio libro, descriverei ora tali dogmi condivisi dai membri di una comunità come credenze in particolari modelli, ed amplierei la categoria dei modelli per includervi anche quelli di genere relativamente euristico: il circuito elettrico può essere considerato come un sistema idrodinamico di stato solido; le molecole di un gas si comportano come palle da bliardo elastico in movimento casuale. … tutti i modelli hanno funzioni simili. Fra le altre cose forniscono al gruppo analogie e metafore privilegiate o ammissibili.
Così facendo essi aiutano a determinare ciò che verrà accettato come spiegazione e soluzione del rompicapo…” Uno dei paradigmi metafisici di genere ontologico più importante e profondamente radicato nella scienza convenzionale è quello secondo il quale “ogni cosa è un’unione”. Da questo paradigma ne derivano altri secondari ancora di genere ontologico come “ogni cosa è formata da parti” ed altri di carattere euristico come “è possibile conoscere una cosa studiando le sue parti componenti”.
“Per la Medicina Omeopatica possiamo dire che i suoi modelli metafisici sono esattamente antitetici rispetto a quelli testé considerati: uno dei più importanti modelli metafisici di genere ontologico è quello secondo il quale “ogni cosa è un’unità”. L’antiteticità tra “unione” ed “unità” è più che evidente e nota. L’assunzione di un tale modello metafisico implica l’impossibilità logica per la Medicina omeopatica di dedicarsi ad alcuno studio o ad alcuna considerazione su supposte “parti”.
Un altro modello metafisico della scienza ufficiale è quello secondo il quale la “natura sia uniforme, ciclica, omogenea e ripetitiva”. L’assunzione di un tale modello metafisico ha delle chiare finalità euristiche visto che su esso si basa in modo fondamentale tutta la ricerca scientifica convenzionale: il processo logico dell’induzione, dell’inferenza ampliativa, dell’inferenza statistica e il metodo scientifico convenzionale nella sua globalità devono la loro esistenza e la loro giustificazione a tale modello metafisico.
Con specifico riferimento alla Medicina convenzionale tale modello metafisico permette la giustificazione dei trials clinici. La Medicina omeopatica adotta un modello metafisico antitetico a quallo testé menzionato: la “natura non è né uniforme, né ciclica, né ripetitiva”. Le conseguenze logiche della’assunzione di un tale modello metafisico sono evidenti ma merita senz’altro la menzione di un aspetto che rappresenta una peculiarità unica della medicina Omeopatica: l’evento singolo acquista, da un punto di vista scientifico -almeno dal punto di vista della scienza medica omeopatica- un valore maggiore dell’evento ripetitivo.
VALORI. Quelli più evidenti – riferendoci alla scienza ufficiale – fanno riferimento alle previsioni: esse saranno previsioni quantitative piuttosto che qualitative; altro tipo di valori sono dati dall’esigenza di coerenza interna ed esterna nell’ambito delle teorie. Nell’ambito della Medicina Omeopatica le previsioni ricercate saranno primariamente qualitative.
Con specifico riferimento alla Medicina Convenzionale un valore di riferimento è dato dal controllo sintomatologico del sintomo non solo senza un suo obbligatorio concatenamento allo stato generale di salute, ma in un generale disinteresse nei confronti del concetto stesso di salute inteso unicamente come l’assenza di malattia, dove la OMS ha chiaramente sottolineato che la salute non solo l’assenza di infermità o di malattia.
La Medicina Omeopatica non persegue invece il semplice controllo sintomatologico ma il benessere assoluto di tipo fisico, mentale e sociale.
ESEMPLARI. Con tale termine si identificano “le concrete soluzioni di problemi … ed alcune soluzioni tecniche di problemi presentate nella letteratura periodica…”. Nell’ambito della Medicina Omeopatica nessuna soluzione a precedenti problemi può rappresentare un esemplare. Tuttavia, in ambito clinico procedure diagnostiche possono essere privilegiate rispetto ad altre, rappresentando delle procedure esemplari. Ciò è un aspetto molto articolato che merita la più grande attenzione; tale aspetto può essere individuato con il termine di “sottoprocedure cliniche”. Tuttavia, nell’ambito della ricerca scientifica nessun esemplare costituisce una strada d’aiuto o una guida per l’acquisizione delle conoscenze: qui l’atteggiamento fondamentale del ricercatore è radicalmente non-interpretativo.
La discussione sui generi del paradigma della medicina omeopatica sopra riportata non ha la pretesa di essere esaustiva né completa: vuole unicamente mostrare una possibile strada, seguendo l’esempio ed il contributo di un autorevole studioso della scienza quale è T. Kuhn. Lo studio critico permanente della Medicina Omeopatica che la commissione epistemologica della SIMO ha intrapreso individuerà ulterori generi e meglio specificherà quelli già menzionati.
Inoltre dovranno essere affrontati ed approfonditi l’atteggiamento non-interpretativo del ricercatore omeopata, le varie modellistiche usate dai clinci, le previsioni altamente improbabili della medicina omeopatica quale elementi valorizzanti la scienza medica omeopatica in quanto elementi che permettono la più alta controllabilità della stessa (secondo la tesi di Popper esposta in “Congetture e confutazioni” pp. 373-378 e in “Logica della scoperta scientifica” p. 153 e p. 300) in opposizione all’opposto atteggiamento scientifico dominante che valorizza le previsioni altamente probabili o più probabili e, quindi, di gran lunga meno controllabili.